Ecce Torpet Probitas

Ecce torpet probitas,
virtus sepelitur;
fit iam parca largitas,
parcitas largitur;
verum dicit falsitas,
veritas mentitur.

Omnes iura ledunt
et ad res illicitas
licite recedunt.

Regnat avaritia,
regnant et avari;
mente quivis anxia
nititur ditari,
cum sit summa gloria
censu gloriari.

Omnes iura ledunt
et ad prava quelibet
impie recedunt.

Multum habet oneris
do das dedi dare;
verbum hoc pre ceteris
norunt ignorare
divites, quos poteris
mari comparare.

Omnes iura ledunt
et in rerum numeris
numeros excedunt.

Cunctis est equaliter
insita cupido;
perit fides turpiter,
nullus fidus fido,
nec Iunoni Iupiter
nec Enee Dido.

Omnes iura ledunt
et ad mala devia
licite recedunt.

Si recte discernere
velis, non est vita,
quod sic vivit temere
gens hec imperita;
non est enim vivere,
si quis vivit ita.

Omnes iura ledunt
et fidem in opere
quolibet excedunt.

L' onestà è morta, la virtù è sepolta, la generosità è ormai
rara e l' avarizia dilaga; la falsità dice il vero e la verità si
fa menzogna.

Tutti calpestano la legge e praticano impunemente
azioni illecite.

Regna l' avarizia e regnano gli avari; ciascuno avidamente
si sforza solo di arricchire, poiché la gloria più grande è
vantare il proprio censo.

Tutti calpestano la legge e senza alcuno scrupolo
commettono ogni sorta di malvagità.

Arreca molto fastidio il verbo "dare"; più di tutti hanno
imparato a ignorarlo i ricchi, che si possono paragonare al mare

Tutti calpestano la legge e possiedono ricchezze
tanto grandi che non riescono a contarle.

In tutti i cuori, in ugual misura, si è insinuata l' avidità;
la fedeltà muore con vergogna di tutti, nessuno rimane fedele
a chi lo è con lui, non lo è più Giove con Giunone
né Didone con Enea.

Tutti calpestano la legge e si abbandonano impunemente
a passioni disoneste.

A volere ben guardare, non è vita quella che conduce
questa gente stolta in modo così folle;
vivere in questo modo infatti non è vivere.

Tutti calpestano la legge e in ogni azione si mostrano infedeli.Torna Su

O Fortuna Levis!

Quos vult Sors ditat, quos non vult, sub pede tritat.
Qui petit alta nimis, retro lapsus ponitur imis.

Passibus ambiguis Fortuna volubis errat
Et manet in nullo certa tenaxque loco;
Sed modo leta manet, modo vultus sumit acerbos,
Et tantum constans in levitate manet.

O Fortuna levis! cui vis das munera que vis,
Et cui vis que vis auferet hora brevis.
Dat Fortuna bonum, sed non durabile donum;
Attollit pronum, faciens de rege colonum.

La Fortuna favorisce chi vuole e calpesta chi non vuole.
Chi sale troppo in alto, cadendo all'indietro, precipita in basso.

La Fortuna volubile vaga con passi indecisi e non si ferma
mai in nessun luogo, stabile e sicura; ma ora si mostra
lieta, ora invece assume un' aria crucciata e rimane costante
solo nella sua eterna incostanza.

O Fortuna incostante, tu offri a chi ti piace
tutto ciò che vuoi e nel breve spazio di un' ora
lo togli a chi desideri.
La Fortuna offre doni che non sono durevoli
innalza chi è prostrato e fa di un re un miserabile.Torna Su

Bachus

Bache bene venies, gratus et optatus,
per quem noster animus fit letificatus.
Bachus forte superans pectora virorum,
in amorem concitat animos eorum.

Istud vinum, bonum vinum, vinum generosum,
reddit virum curialem, probum animosum.

Bachus sepe visitans mulierum genus,
facit eas subditas tibi o tu venus.
Bachus venas penetrans calido liquore,
facit eas igneas veneris ardore.

Istud vinum....

Bachus lenis leniens, curas et dolores,
confert iocum gaudia, risus et amores.
Bachus numen faciens hominem iocundum,
reddit eum pariter, doctum et facundum.

Istud vinum....

Bache deus inclite omnes hic astantes,
leti sumus munera tua prelibantes.
Omnes tibi canimus maxima preconia,
te laudantes merito tempora per omnia.

Istud vinum....

O Bacco, sarai sempre gradito e beneaccetto,
perchè grazie a te il nostro animo prova grande gioia.
Bacco sa conquistare l' animo degli uomini ed incitare
all' amore i loro cuori

Questo vino così buono e saporito rende l' uomo
generoso, onesto e coraggioso.

Bacco frequenta spesso anche le donne e le rende
sottomesse a te, o Venere dolcissima.
Bacco scorre nelle vene col suo liquido che riscalda
e subito vi accende le fiamme dell'amore.

Questo vino....

Il dolce Bacco mitiga gli affanni ed i dolori e reca
sollievo, gioia, riso e amore.
Bacco è la divinità che fa felice l'uomo e lo rende al
tempo stesso dotto ed eloquente.

Questo vino....

Bacco, dio glorioso, noi tutti qui presenti proviamo
grande gioia, libando con i tuoi preziosi doni.
Tutti insieme per te doniamo i nostri più grandi elogi
e giustamente ti loderemo per tutta l' eternità.

Questo vino....Torna Su

Suscipe Flos Florem

Suscipe, flos, florem, quia flos designat amorem!
Illo de flore nimio sum captus amore;
Hunc florem, Flora dulcissima, semper odora!
Nam velut aurora fiet tua forma decora.

Florem, Flora, vide! quem dum videas, michi ride!
Flori fare bene! tua vox cantus philomene.

Suscipe, flos, florem, quia flos designat amorem!
Oscula des flori! rubeo flos convenit ori
Flos in pictura non est flos, immo figura;
Qui pingit florem, non pingit floris odorem.

Florem, Flora, vide! quem dum videas, michi ride!
Flori fare bene! tua vox cantus philomene.

O Flora, accetta questo fiore perché è simbolo d'amore.
Esso ha acceso in me una passione sconfinata.
Flora dolcissima, aspira sempre il suo profumo e il tuo volto
splenderà come la luce dell' aurora.

O Flora, osserva questo fiore e gurdandolo sorridimi.
Parlagli, e la tua voce sarà melodiosa come il canto dell' usignolo.

O Flora, accetta questo fiore perché è simbolo d'amore. Bacialo!
Il suo colore ben si addice alle tue labbra rosse.
Il fiore, quando è dipinto, non è un fiore ma solo una figura;
chi dipinge il fiore non può dipingerne il profumo.

O Flora, osserva questo fiore e gurdandolo sorridimi.
Parlagli, e la tua voce sarà melodiosa come il canto dell' usignolo.Torna Su

Tempus Transit Gelidum

Tempus transit gelidum mundus renovatur
Verque redit floridum forma rebus datur
Avis modulator modulans letatur
Lucidior et lenior aer iam serenatur
iam florea iam frondea silva comis densatur.

Ludunt super gramina virgines decore
Quarum nova carmina dulci sonant ore
Annuunt favore voluchres canore
Cor igitur et scingitur et tangitur amore
virginibus et avibus strepentibus sonore.

Tendit modo retia puer pharetratus
Qui deorum curia prebet famulatus
Cuius dominatus nimium est latus
Pugnaveram et fueram inprimis reluctatus
et iterum per puerum sum Veneri prostratus.

L' inverno è ormai passato, il mondo si rinnova,
ritorna la fiorita primavera e la natura riprende il bell' aspetto.
Cantano gli uccelli e mentre cantano gioiscono...
Più tersa e più leggera l' aria è ormai serena
e il bosco mette nuovamente la sua frondosa chioma.

Le belle fanciulle giocano sui prati e con le dolci labbra
intonano nuove canzoni. Le accompagnano gli uccelli cinguettando.
E il cuore è subito avvinto dall' amore all' udire i dolci
canti delle fanciulle e degli uccelli.

Il fanciullo armato di faretra tende ora le sue reti;
a lui è soggetta la folla degli dèi e il suo dominio si estende
in tutto il mondo. Dapprima ho combattuto con tutte le mie forze,
ma poi mi ha sottomesso alla volontà di Venere.Torna Su

Salve, Ver Optatum

Salve, ver optatum,
amantibus gratum,
gaudiorum
fax, multorum
florum incrementum!
multido florum
et color colorum,
salvetote
et estote
iocorum augmentum!
dulcis avium concentus
sonat; gaudeat iuventus!
hiems seva transiit, nam lenis spirat ventus.

Tellus purpurata
floribus, et prata
revirescunt,
umbre crescunt,
nemus redimitur.
lascivit natura
omnis creatura
leto vultu,
claro cultu
ardor investitur.
Venus subditos titillat,
dum nature nectar stillat;
sic ardor Venereus amantibus scintillat.

O quam felix hora,
in qua tam decora
sumpsit vitam
sic politam,
amenam, iocundam!
o qua crines flavi!
in ea nil pravi
scio fore,
in amore
nescio secundam.
frons nimirum coronata,
supercilia nigrata
et ad Iris formulam in fine recurvata.

Nivei candoris,
rosei ruboris
sunt maxille;
inter mille
par non est inventa.
labia rotunda
atque rubicunda,
albi dentes
sunt nitentes;
in sermone lenta.
longe manus, longum latus,
guttur et totus ornatus
est cum diligentia divina compilatus.

Ardoris scintilla
devolans ab illa,
quam pre totis
amo notis,
cor meum ignivit,
quod cor fit favilla.
Veneris ancilla
si non curat,
ardor durat,
moritur, qui vivit.
ergo fac, benigna Phyllis,
ut iocunder in tranquillis,
dum os ori iungitur et pecora mamillis!

Benvenuta, primavera tanto attesa, delizia degli amanti
stimolo alla gioia, nutrice di mille fiori! O ricchezza
infinita di fiori e splendore di colori, siate i benvenuti e date
inizio ai giochi dell' amore! Risuona il dolce canto degli uccelli;
i giovani ora godano! Il duro inverno è ormai passato
e spira lieve il vento tiepido.

La terra splende di fiori variopinti e i prati si vestono di erbe,
le ombre si infoltiscono e il bosco mette la corona.
Ogni creatura è percorsa dal piacere e un nuovo ardore la possiede,
suscitato dal volto lieto e dall' aspetto luminoso
che ha assunto la natura. Venere eccita i suoi fedeli,
stillando il dolce nettare nel cuore; così gli amanti
sono accesi dal fuoco della dea.

Benedetto il giorno in cui nacque una fanciulla tanto bella,
piacevole e briosa! Come sono biondi i suoi capelli!
So che in lei non esiste alcuna macchia e che nell' amore non
è seconda a nessun' altra. Le chiome sono un diadema
alla sua fronte e le nere sopracciglia hanno la curva dell' arcobaleno.

Le sue gote hanno il colore della neve e della rosa;
fra mille fanciulle non se ne scopre un' altra uguale. Le labbra
sono rosse e arrotondate, i denti bianchi brillano splendenti.
È pacata e soave nel parlare. La mano è fine, il fianco affusolato,
il collo e tutta la persona sono stati creati con divina perfezione.

La scintilla del desiderio, scoccata da colei che amo più di
chiunque altra, mi ha incendiato il cuore che ora brucia
di passione. Se quest' ancella di Venere non lo vorrà spegnere,
l' ardore divamperà ed io mi sentirò morire.
O Fillide, sii benevola con me e fa' che goda tranquillo dell' amore
e che la mia bocca si unisca alla tua bocca ed il mio
petto tocchi il tuo!Torna Su

Poeta Pauperior

Poeta pauperior omnibus poetis
nichil prorsus habeo nisi quod videtis,
unde sepe lugeo, quando vos ridetis;
nec me meo vitio pauperem putetis.

Sepe de miseria mee paupertatis
conqueror in carmine viris litteratis;
laici non capiunt ea, que sunt vatis,
et nil michi tribuunt, quod est notum satis.

Poeta pauperior.....

Fodere non debeo, quia sum scolaris
ortus ex militibus preliandi gnaris;
sed quia me terruit labor militaris,
malui Virgilium sequi quam te, Paris.

Mendicare pudor est, mendicare nolo;
fures multa possident, sed non absque dolo;
quid ergo iam faciam, qui nec agros colo
nec mendicus fieri nec fur esse volo?

Poeta pauperior.....

Sono il poeta più povero di ogni altro poeta e non
possiedo altro se non ciò che vedete, onde spesso piango quando voi ridete.
Ma non pensate sia colpa mia se sono così povero.

Spesso mi lamento della mia povertà nei canti che rivolgo
agli uomini di lettere; i profani non apiscono i bisogni dei poeti
e non mi offrono nulla, come a tutti è risaputo.

Sono il poeta più povero di ogni altro poeta e non
possiedo altro se non ciò che vedete, onde spesso piango quando voi ridete.
Ma non pensate sia colpa mia se sono così povero.

Zappare non è certo mio dovere, poiché sono istruito
e discendente da soldati esperti nel combattere;
ma poihé le fatiche della guerra mi hanno spaventato,
ho preferito seguire Virgilio e abbandonare Paride.

Mendicare è una vergogna, non voglio mendicare;
i ladri sono ricchi, ma non sono affatto onesti. Che cosa dovrò
mai fare io che non lavoro i campi e non voglio essere
un ladro e nemmeno un mendicante?

Sono il poeta più povero di ogni altro poeta e non
possiedo altro se non ciò che vedete, onde spesso piango quando voi ridete.
Ma non pensate sia colpa mia se sono così povero.Torna Su